Lo spettacolo " " di Camille Boitel e Sève Bernard, un intermezzo incantato di Montpellier Danse
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Orfano della sua guida suprema, Jean-Paul Montanari, morto di cancro a fine aprile, quattro mesi dopo aver finalmente preso il suo interminabile ritiro, il festival Montpellier Danse ha aperto i battenti il primo giorno d'estate, sulle note inconsolabilmente allegre di "Show must go on". Perché, in attesa che la coreografa Dominique Hervieu e il suo team prendano davvero possesso del luogo, l'ombra incombente di Jean-Paul Montanari continua a aleggiare quest'anno, tanto più che ha avuto il tempo di elaborare, con Maïwenn Rebours, il menu della 45a edizione.
Che, come la sfortuna non viene mai sola, ha conosciuto una forte delusione iniziale: a soli cinque giorni dall'apertura della manifestazione, che avrebbe dovuto lanciare per tre repliche, Batsheva ha annullato la sua visita in Francia, la prestigiosa compagnia israeliana impossibilitata a lasciare Tel Aviv come previsto, giovedì 19 giugno, a seguito della chiusura dell'aeroporto locale, danno collaterale del conflitto tra Israele e Iran. Se ne va quindi Momo di Ohad Naharin, e con esso circa 6.000 biglietti da rimborsare, che da soli rappresentano quasi il 10% delle presenze totali del festival. Dal 1992, Montanari ha sempre fornito un sostegno incrollabile a una compagnia troppo spesso coinvolta in turbolenze geopolitiche (appelli al boicottaggio, minacce, ecc.), che, oggi vittima anche della "tragedia del mondo" (nelle parole del sindaco, Michaël Delafosse), è ridotta fino a nuovo ordine a capofila.
Libération